Che il mio amore non sia mai stanco, mai
Il CD “che il mio amore non sia mai stanco mai” nasce dal desiderio di riportare il canto alla sua funzione originaria di connessione, ritualità, sacralità. Una ricerca volta a creare, grazie al canto e alla voce, una profonda relazione così da aiutarci ad entrare in profondo contatto con noi stessi, senza filtri; un contatto che può diventare catartico, liberatorio e, non in ultimo, curativo. È un viaggio che la voce accompagna tra deserti e mari, isole e giardini, verso un paesaggio interiore più intimo che diventa, infine, solo suono. Strumenti diversi che si stringono attorno alle parole più antiche, arcaiche o nuove o rinnovate. Tre Suites di canzoni di varia provenienza ma che hanno in comune una ricerca spirituale, d’amore e di cura, “canzoni medicina” per lo spirito ed il corpo, con l’intento di portare il canto a introspezione e strumento di connessione spirituale.
Questo Album ho voluto registrarlo in diretta, senza sovraincisioni, per cercare di portare chi ascolta nella dimensione di un ascolto dal vivo…spero, quindi, che mi si perdoneranno alcune imperfezioni. Per la sua realizzazione ringrazio di cuore Alex De Simoni e GianLuca Verga.
Marco Belcastro: canto, chitarra, tampura, fisarmonica – Alex De Simoni: direzione artistica, pianoforte
Una coproduzione con RSI Radiotelevisine svizzera
Registrato il 7-8 ottobre e 18 dicembre 2023 Auditorium Stelio Molo RSI Lugano-Besso
Produzione RSI GianLuca Verga
Con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos
Siamo Passati di lì
Clara Zucchetti: canto e percussioni
Flaviano Braga: fisarmonica, bandoneon
Di notte un padre pensa al figlio.
Una notte da attraversare insonni per riposare nei profumi mediterranei, ascoltare il respiro della terra e gustare il silenzio di un’attesa.
La paura e la solitudine di chi viaggia per terra e per mare o è chiuso dentro una cella. Il nostro tempo e la nostra solitudine.
Accade però che le vie si incrociano e le vite si confondono e allora può nascere una nuova possibilità, un giorno nuovo.
Il canto lo racconta, il suono ci culla e ci porta verso luoghi e ed esperienze che riconosciamo familiari.
Anche noi siamo passati di lì.
Voglio una cosa dirti
Simone Mauri: clarinetto basso
Alberto Morelli: armonium, percussioni, voce, kanjira, sonagli, flauto bansuri, piffero, duduk, salterio, conchiglia
Franco Parravicini: arrangiamento, chitarra acustica, chitarra portoghese, chitarra elettrica, saz ( chitarra saracena ), adungo ( arpetta africana ), basso
Hanno partecipato:
Marta Orlando (cori), Supryo Dutta (voce), Federico Sanesi (daf, bodran, zarb e gattam), Mario Arcari (flauto dritto, oboe), Sergio Seregni (cori, registrazione e missaggio)
Uno splendido verso tratto da una poesia di Saffo è il titolo del nuovo album di Marco Belcastro, presentato nell’accogliente sala del Teatro San Teodoro di Cantù. In tanti, fra vecchi e nuovi fan, sono accorsi ad ascoltare l’evocativo quintetto formato dallo stesso Belcastro, Franco Parravicini, Simone Mauri, Alberto Morelli e Clara Zucchetti.
Voglio una cosa dirti interpreta in maniera originale e moderna Il Cantico dei Cantici, nella traduzione poetica del gesuita spagnolo Alonso Shockel. Rispetto agli album precedenti, più strumentali, in questo il musicista comasco distribuisce parole, note e pause in maniera equa, andando a stabilire un equilibrio perfetto fra le cose che vuole dire e le cose non dette, forse per pudore, come decanta Saffo, o forse perché è nel silenzio che certe verità vengono davvero intese. È un album che trasuda amore: lo si percepisce dai testi interamente incentrati sull’amore (sacro, profano, spirituale, sensuale, universale), lo si sente nella cura con cui ogni brano è stato confezionato, lo si trova nella precisione esecutiva di chi non vuole inondarvi di suono, ma giusto arrivare a toccarvi e poi decidete voi che fare: esitare, restare, lasciarvi andare, va bene lo stesso. Perché questa musica tutta intrisa d’amore, in realtà non ve lo propone, crea piuttosto lo spazio perché l’amore, se vi pare, possa accadere.
Il risultato è un’atmosfera musicale un po’ europea e un po’ mediorientale, in cui ogni volta che Belcastro mette, toglie, ogni volta che riveste, denuda, lasciandoci accedere al senso più autentico delle parole e delle note. Un’atmosfera musicale che ricorda molto il minimalismo, ma più… caliente, aperto, mediterraneo.
Francesca Pirrone
Per la vicinanza nell’intenzione e per il contrasto dell’esito, le parole dell’incipit di Saffo sono state scelte come titolo di questo progetto.
Il percorso artistico che ha portato alla realizzazione del cd “Voglio una cosa dirti” nasce qualche tempo fa dall’ispirazione di un testo poetico biblico: il Cantico dei Cantici nella traduzione del gesuita spagnolo Alonso Shockel. L’occasione dell’incontro con il Cantico era stata la collaborazione musicale ad uno spettacolo teatrale che l’attrice Cristina Calì voleva dedicare al misticismo femminile. Lo spettacolo è rimasto per adesso un progetto, ma le parole del Cantico, da lì ad un anno, divennero dodici canzoni: la musica aveva rivestito nuovamente, come in origine, le parole.
I CORI, LA GRAFICA, GLI ARRANGIAMENTI
Il progetto di musicare il Cantico ha raccolto molti contributi che hanno reso più ricca e preziosa la composizione iniziale.
Il 6 aprile 2013 i musicisti Marco Belcastro, Simone Mauri, Alberto Morelli, Franco Parravicini e Clara Zucchetti hanno debuttato al Teatro Sociale di Como assieme a due cori di ragazzi, La scatola di Cachi del Liceo Giovio e Macramè dell’Istituto Tecnico Economico Caio Plinio Secondo di Como, grazie agli arrangiamenti ed armonizzazioni per coro di Vittorio Liberti.. Le voci dei giovani coristi hanno sostenuto alcuni dei brani proposti, intervallati dalla lettura di un diario d’amore, una confidenza intima, testimone di quanto questo sentimento sia emozionante, complicato, estremo.
Solo Volo
Maria Antonietta Puggioni: violoncello
Hanno partecipato:
Letizia Colombo: flauto traverso
Giovanni Gianda Bedetti: chitarra acustica
SoloVolo è un viaggio musicale che ci conduce attraverso spazi senza tempo e tempo di delicata bellezza, suoni lievi di quadri notturni, suoni di sogno che tracciano segni…
Registrato e Mixato da Giovanni Gianda Bedetti e Filadelfo Castro nei giorni di neve del 3, 4 gennaio 2008 presso lo studio Exclaim di Olgiate Comasco.
Nodo Libri EdizionI
Emporio Melquiades
Simone Mauri: clarinetto basso, clarinetto
Paolo Botti: viola
Andrea Donati: contrabbasso
Hanno partecipato:
Giulia Larghi: violino
Maurizio Aliffi: mandolino
Vittorio Liberti: fisarmonica
Nadir Giori: contrabbasso
Sandro Tangredi: cori
Disegno di copertina: Mara De Fanti
Registrato e mixato Giovanni Gianda Bedetti nei mesi tra ottobre 2003 e febbraio 2004 al Sulphur Moa di Gironico (CO)
Farfalle Gialle
Simone Mauri: clarinetto basso, clarinetto, pennywhistel
Ha partecipato:
Antonio Cervellino: contrabbasso e basso elettrico
Il lavoro a cui sono più affezionato. Registrato in diretta (…come una volta…), con i pregi ed i difetti che ciò comporta, in due giorni nella magica atmosfera del Sulphur Moa.
Disegno di copertina: Mara De Fanti
Registrato e mixato Giovanni Gianda Bedetti nel gennaio 2000 al Sulphur Moa di Gironico (CO)
Alle nuvole in viaggio ha legato il suo nome
Franco Parravicini: chitarra elettrica
Le nuvole oscurano il cielo, lo fanno buio. Poi lo muovono tra forme diverse, quelle dei bambini e di chi non rinuncia al gioco e vuole immaginare sempre. Le nuvole passano, vengono, vanno e il loro transito assomiglia a quello di chi non ha certezze, perché non può o perché non vuole.
Alle canzoni di Fabrizio De André ci siamo spesso aggrappati, perché ci hanno dato le parole per accostare le esperienze più sublimi e le disarmonie più crudeli.
Così il canto racconta dell’amore che nasce, sfiorisce, muore e rinasce, della guerra che porta la paura, della solitudine silenziosa di chi soffre.
Con grazia e delicatezza Marco Belcastro rende omaggio al cantautore poeta. La voce calda si intreccia al suono degli strumenti che disegnano una filigrana di suoni e ci portano lontano, assieme alle nuvole.